Happy New Year!
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13 Gennaio 2016Anno nuovo, capitolo nuovo… e quest’oggi vi racconto di come un matrimonio celebrato in Comune possa corrispondere alla favola ricca di magia ed emozione che ogni sposa sogna da sempre!
Matrimonio in grande stile! In Comune con Rito Civile.
Quando si pensa al matrimonio, alle ambientazioni da sogno e alla fiaba principesca, si immagina sempre il momento fatidico; quello in cui la sposa fa il suo ingresso trionfale in Chiesa, percorre la navata col suo strascico leggero e il suo abito fluttuante, vede il suo compagno per la vita, proprio lì, ad attenderla, sul prestigioso altare, con la marcia nuziale in sottofondo, in un tripudio di sussulti ed emozioni, sospiri e sussurri che crescono, un passo alla volta, finché, giunta a lui, non gli tende la mano che lui accoglie con dolcezza, guidandola al suo fianco…e la cerimonia ha il suo inizio!
Ma esiste anche una variante di questa fiaba, non meno romantica o sontuosa, sognata, pensata ed organizzata da chi, come me, vive la propria spiritualità in modo più “laico”.
E’ vero, i matrimoni celebrati in Chiesa sono assolutamente più frequenti dei riti civili, e sì, siamo d’accordo, le Chiese, autentici monumenti e opere artistiche, offrono davvero ambientazioni magiche e scenografie cinematografiche da sogno, oltre al trasporto emotivo che vive chi sceglie il matrimonio Canonico, in osservanza della propria fede e del proprio percorso spirituale. Tuttavia ritengo un errore considerare un rito civile, con celebrazione in comune o in altro luogo preposto, un evento di serie B come invece spesso accade! Vi sarà capitato, almeno una volta, di ricevere un invito ad un matrimonio celebrato civilmente e di pensare: “Mmm, rito civile, che squallore, con la sola lettura di tre miseri articoli del Codice, in cinque minuti netti sarà tutto finito”.
Ma non è affatto così! Un matrimonio civile può eguagliare in ogni aspetto un matrimonio canonico, basta come sempre, mettere in campo idee e progetti, dar sfogo alla fantasia e curare ogni dettaglio!
Il pregiudizio relativo alla “brevitas” di un rito civile o all’aspetto “asettico e privo di emozioni e personalità” di tale momento celebrativo ha in effetti un fondo di verità che, per fortuna, è stato abbondantemente superato. Fino a qualche anno fa infatti a sposare civilmente poteva essere autorizzato solo un ufficiale dello Stato Civile che, non essendo legato in alcun modo agli sposi, si limitava alla lettura dei tre famigerati articoli del Codice Civile (143, 144, 147). Oggi il legislatore ha invece stabilito che chiunque, investito di tale carica, può svolgere le veci di celebrante.
Chi sceglie di sposarsi civilmente infatti non si accontenta della semplice stipula di un freddo contratto bensì sogna un momento celebrativo ricco di suspance ed emozioni!
Io e Marco almeno lo immaginavamo così. Il nostro momento, in cui, insieme, dopo anni, finalmente coronavamo il nostro sogno d’amore!
Per comodità, come ho scritto nei capitoli precedenti, noi abbiamo scelto di celebrare il rito direttamente in provincia, nelle vicinanze della location in cui si sarebbero svolti i festeggiamenti. Il paese che ci ha ospitati per il nostro giorno speciale è stato quello di Cinisi, il comune (nel senso stretto del termine) ha sede presso il Palazzo dei Benedettini, un’antica dimora con una corte esterna spaziosa e confortevole, tutta da addobbare e rendere speciale!
Per il nostro matrimonio ho arredato lo spazio esterno con; piccoli ombrelloni bianchi per creare ombra e dare ristoro dal sole pomeridiano di luglio, una fila a destra ed una a sinistra di thonet con bianco vestitino, un camminamento stile navata, con bianco tappeto e decori floreali stilizzati, formati da lunghi steli di leggiadri lisianthus, sospesi a mezz’aria in trasparenti ampolline, rette da lineari strutture ad accompagnare il mio passaggio tra amici e parenti. Ventaglietti personalizzati e cubotti con il riso accuratamente poggiati sulle sedute. Per il mio ingresso trionfale “All you need is love” dei Beatles (no, ad ispirarmi non è stato l’ormai datato programma televisivo “Stranamore”, bensì la passione sfrenata per i quattro di Liverpool e il film “Love Actually”) eseguita da “la banda alle ciance” che ha accompagnato la meravigliosa voce di Veronica Lucchesi, solista del gruppo “La rappresentante di Lista”, che ha fatto da colonna sonora dell’intera celebrazione.
Ma a rendere la cerimonia speciale, oltre agli addobbi e ai dettagli estetici meticolosamente curati, è stato un celebrante d’eccezione, che ci ha sposati raccontando di noi, della nostra amicizia, del nostro percorso insieme, del legame tra noi tre… Il nostro amico Luigi che ci ha uniti in matrimonio con le parole di un autore a noi tutti molto caro, Erri De Luca:
“Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.”
E ancora, a personalizzare il nostro momento, rendendolo unico come nessun’altro, lo scambio delle promesse. Scritte da noi, l’uno per l’altra. Spiritose e divertenti ma ricche d’amore e d’intenti, di promesse, di vita e di futuro!
E avendo quattro testimoni a testa e non volendo trascurare nessuno, abbiamo elaborato un documento che potessero firmare tutti e che ci rimanesse come ricordo!
Un’uscita movimentata, ballando accompagnati dalla banda, al suon di “ventiquattromila baci”, innaffiati da una pioggia di riso, di baci e abbracci, di sorrisi e affetto.
Finalmente eravamo marito e moglie 🙂